venerdì 01 Dicembre 2023

LA CES PER LA PACE E LA DEMOCRAZIA IN EUROPA

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato le lancette della storia europea indietro di cento anni. Ed è davvero un tragico scherzo del destino che, proprio nei giorni in cui celebriamo il 65° anniversario dalla firma dei trattati di Roma che istituirono la CEE, la prospettiva della guerra sia diventata una realtà concreta in Europa.

Fin dall’inizio delle ostilità, il sindacato europeo ha espresso pubblicamente – anche con due manifestazioni organizzate di fronte alle istituzioni europee a Bruxelles – la sua condanna all’invasione russa dell’Ucraina e piena solidarietà al popolo ucraino, chiedendo l’immediata fine delle operazioni militari. Non solo, la CES e tutti i suoi membri hanno sostenuto e sostengono tutte le iniziative politiche e diplomatiche intraprese per garantire la pace, ma chiedono anche la distribuzione di ingenti aiuti umanitari per la popolazione locale, nonché ampie e diffuse misure di accoglienza e sostegno per gli sfollati. Inoltre, c’è la necessità improcrastinabile di un pacchetto di misure economiche di grandissima portata per mitigare e arginare la crisi economica, energetica e sociale che ne sta scaturendo.

È infatti già una triste realtà di questo periodo che circa 10 milioni di europei non riescano a pagare le bollette di gas e luce. Senza un aiuto davvero consistente e varato con la stessa celerità con cui sono state definite le sanzioni contro la Russia, questi numeri possono crescere vertiginosamente, con decine di milioni di europei destinati a piombare nella povertà.

È necessario, quindi, varare misure di emergenza per la protezione dell’economia e dei posti di lavoro, che includano l’istituzione di finanziamenti dell’UE per ridurre al minimo l’aumento dei prezzi e delle tariffe e per dare continuità agli strumenti utilizzati con successo dall’UE per affrontare l’epidemia di COVID-19 (come SURE), rifinanziandoli e reindirizzandoli per affrontare le conseguenze della guerra.

Sul piano prettamente politico, riteniamo necessaria l’apertura di un dialogo concreto con l’Ucraina riguardo al processo di adesione del paese all’Unione europea. Si potrebbero così mobilitare anche ingenti risorse europee per la ricostruzione del paese, condizionandole alla progressiva e piena adesione dell’Ucraina ai principi fondamentali dello stato di diritto, della lotta alla corruzione, del rispetto dei diritti umani, sociali, del lavoro e sindacali, sui quali abbiamo purtroppo dovuto assistere ad un grave arretramento negli anni passati in quel paese.

Lo stesso dialogo dovrebbe essere aperto con gli altri paesi che si sono associati all’UE, come la Georgia e la Moldavia, al fine di garantire stabilità alla regione e di non lasciare questi paesi soli nel far fronte alle pressioni della Russia.

Sul piano umanitario, è necessario che l’UE garantisca l’accoglienza a tutti i rifugiati e alle persone che fuggono dall’Ucraina e da altri paesi, comprese la Russia e la Bielorussia, indipendentemente dalla loro nazionalità e dal loro status migratorio, e che sia data piena attuazione alla direttiva sulla protezione temporanea.

Al tempo stesso, i sindacati europei si sono attivati nel fornire aiuti finanziari per garantire l’assistenza umanitaria alla popolazione ucraina, attraverso i sindacati ucraini, e per sostenere i rifugiati ucraini. Parte delle riserve finanziarie della CES, fino a 500.000 euro, sono state rese disponibili. La CES ha istituito una “Peace Task Force” per coordinare tali azioni e un “Peace Watch” per scambiare informazioni con e tra gli affiliati.

La risposta del sindacato europeo alla profonda crisi aperta dal conflitto in Ucraina è stata senza precedenti. Proprio come 65 anni fa, è il bene supremo della pace e della democrazia che vogliamo perseguire, di cui prosperità, solidarietà, equità e giustizia sociale rappresentano i pilastri fondamentali. La CES si batterà sempre con tutte le sue forze per raggiungere questo scopo.