venerdì 09 Giugno 2023

LA RIORGANIZZAZIONE DELLA RETE SANITARIA TRA LUCI E OMBRE

Nella bozza di riorganizzazione della rete ospedaliera elaborata dalla Regione Abruzzo è previsto un aumento complessivo di circa 4900 posti letto. Inoltre, gli ospedali dei quattro capoluoghi di provincia più Avezzano, Lanciano, Vasto e Sulmona vengono classificati come DEA di primo livello, (Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione), che è il profilo attribuito a una struttura che garantisce, oltre alle prestazioni di pronto soccorso, servizi avanzati.

Sei, poi, sono i presidi ospedalieri di base, due quelli di zone disagiate con annesso pronto soccorso, quattro quelli territoriali di assistenza, con due moduli da 20 posti letto. Nella bozza di riorganizzazione si parla anche di due DEA di secondo livello, presidi che ospitano le discipline di riferimento per una specifica rete, cosiddetta tempo-dipendente” ovvero quelle reti per le quali, la rapidità diventa un elemento determinante per la qualità e l’esito delle cure: L’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo. Punti nascita, infine, sono previsti in nove città.

Questo piano può sicuramente portare ad avere una rete ospedaliera migliore e sempre più vicina ai bisogni dei cittadini, ma contestualmente deve prevedere anche una rete territoriale e di prossimità che sposi un progetto di integrazione ospedale-territorio. Per questo, riteniamo che sia necessario integrare la rete ospedaliera con quella territoriale e usufruire delle risorse previste dal Pnrr da investire sulle case della salute o comunità assistenziali, così come è necessario aumentare le cure domiciliari e attivare strutture pubbliche riabilitative per ridurre la durata dell’ospedalizzazione e aumentare le prestazioni ambulatoriali in strutture extraospedaliere, per poter finalmente ridurre le liste d’attesa.

In secondo luogo, prevedendo un aumento di circa 4900 posti letto è fondamentale un immediato aumento di tutte le figure professionali sanitarie da integrare alle attuali dotazioni organiche, predisponendo concorsi pubblici e procedendo sin da ora a stabilizzare tutto il personale che risulta attualmente in servizio da avvisi pubblici e da incarichi interinali. Altresì è opportuno rivedere tutte le esternalizzazioni espletate nel corso degli anni e riportarle all’ interno delle Asl, come nel caso dei cup, dei servizi di manutenzione, mense e via dicendo.

Ancora, considerato che nella riorganizzazione della rete ospedaliera prevista dalla bozza vengono potenziate le attività assistenziali in ogni presidio ospedaliero, è necessario assicurare un ammodernamento tecnologico da destinare a tutti i presidi ospedalieri riqualificati. In relazione alle discipline più complesse, che il decreto Lorenzin annovera tra le prerogative dei DEA di secondo livello, nella riorganizzazione della rete ospedaliera non c’è alcun presidio ospedaliero che le comprende tutte. Questo potrebbe comportare una non attrattività di pazienti provenienti anche da fuori regione, mentre ci potremmo trovare nuovamente in presenza di mobilità passiva verso regioni limitrofe che hanno invece istituito queste strutture.