lunedì 25 Settembre 2023

PARTECIPARE ALLA RICOSTRUZIONE DI UNA SOCIETÀ PIÙ GIUSTA

Sono venuti alla ribalta, in questo periodo, la grande resilienza della nostra terra alpina, ma anche scontri istituzionali fortissimi.

In Trentino stanno venendo al pettine questioni complesse, difficili da affrontare, che sembrano nuove, ma che in realtà sono spesso il prodotto, la conseguenza di rinvii di problematiche, sociali e istituzionali.

Non si è riusciti, per esempio, a valutare e costruire meccanismi fiscali di compartecipazione o di responsabilizzazione, rispetto all’ambiente delle categorie economiche trentine forti, come gli agricoltori, gli impiantisti o gli albergatori, che di quelle risorse hanno fruito e fruiscono.

Si continua a richiedere maggiori competenze per la nostra Autonomia, riducendola da preziosa peculiarità a mera possibilità economica, tanto da far naufragare, nel disinteresse generale dei trentini stessi, la possibilità di riformare uno Statuto speciale, disegnato su una realtà vecchia di 50 anni.

L’Università e la Scuola, il Welfare, la Sanità, la Finanza ed il Lavoro, l’Energia e l’Ambiente vanno ricontestualizzati rispetto all’Europa, alla digitalizzazione, all’invecchiamento della popolazione, a stili di vita compatibili, a valori dei quali anche in Trentino è necessario tenere conto.

Vi sono realtà anche di successo, che debbono però evolversi ed essere ridisegnate in una prospettiva di maggiore compatibilità ambientale e in un contesto nazionale ed europeo.

Tanto più che le risorse finanziarie provenienti da Roma sono sempre meno e che la nostra “specialità”, invidiata e sempre meno compresa dai nostri connazionali, non è più supportata da un pensiero autenticamente autonomistico, in grado di garantire condizioni di sviluppo ed ammodernamento condivise ed organiche. Basti pensare al conflitto fra governo provinciale e l’illustre ed accreditato Ateneo trentino, alla battaglia in atto nel mondo cooperativo, riguardo alla “nazionalizzazione” del credito, anche quello rurale o alle piccole imprese, o alla svalorizzazione dei principi solidaristici cooperativi. Alle riforme locali mal pasticciate della Sanità e della Scuola, alla gestione convulsa della partita delle concessioni dell’autostrada A22 del Brennero o dei grandi impianti idroelettrici (l’oro bianco del Trentino) o quella ancora “in nuce” della possibile nuova organizzazione amministrativo istituzionale del territorio.

La classe dirigente politica si è assunta il ruolo di difesa dello “status quo”.

Il ruolo del Sindacato, della Uil del Trentino, è quindi evoluto, diventando più complesso. Ogni giorno accanto a battaglie tradizionali da combattere nei diversi settori del lavoro e della società, come quella contrattuale o per la sicurezza sul lavoro, vi sono iniziative da promuovere a tutela dei diritti sociali dei soggetti più deboli, donne, giovani e migranti. I nostri valori cardine, quello del lavoro e della persona in primis, la nostra autonomia dalla politica e l’amore per la nostra terra e per l’Europa ci permetteranno di vincere quelle battaglie e partecipare alla ricostruzione di una società più giusta e umana, oggi e per le prossime generazioni.