Formare e formarsi per crescere, per migliorare, guardando con maggiore consapevolezza al domani: la Uil Camp è questo, ma è anche molto di più perché i protagonisti della tre giorni – che si è tenuta a settembre a Cesenatico – sono i giovani. Giovani che hanno scelto di ‘sporcarsi le mani’ nel sindacato oppure che vorrebbero annusarne l’aria, avendo intuito come i valori di democrazia, riformismo, uguaglianza, solidarietà, equità sociale e rispetto dei diritti sono valori che gli appartengono, ma che non sanno come attuarli o difenderli. Dove, quindi, se non nel sindacato? Dove se non alla Uil?
Senza i giovani non si va da nessuna parte. E la Uil sui giovani scommette moltissimo. Al contempo, ai giovani piace la Uil perché sa dialogare con loro.
Fisco, pensioni, contrattazione, artigianato: il perimetro entro cui i ragazzi che hanno partecipato al Uil Camp si sono mossi. Un perimetro che gli studenti-sindacalisti hanno, comunque, potuto superare: scavando, approfondendo, utilizzando piattaforme tecnologiche, dando sfogo alla loro voglia di sapere. Perché le domande sono molte e la curiosità è un motore molto potente per innovare. Come dimostra la nuova piattaforma della Uil, Terzo Millennio che, al Uil Camp, diventa un utile strumento di lavoro-formazione.
Ecco allora il dumping fiscale o contrattuale, la transizione ecologica, la continuità occupazionale, il lavoro flessibile, il salario minimo e la fondamentale sicurezza sul lavoro, agganciandosi alla campagna nazionale #Zeromortisullavoro.
In cattedra, i Segretari confederali Ivana Veronese e Domenico Proietti; il Coordinatore nazionale della Uil Artigianato, Mauro Sasso e, prima ancora, il Segretario generale Uil, Pier Paolo Bombardieri che ha dialogato con i suoi futuri colleghi.
Formare: importante certo, ma dietro l’angolo c’è il rischio della passività. Si ascolta, si prende qualche appunto e finisce tutto nel cassetto. Al Uil Camp ciò non è accaduto perché si è voluto puntare sulla reattività dei giovani che, dotati di tablet, hanno potuto interagire con i docenti, mandandogli input durante la lezione che loro hanno letto in diretta su un videowall. Interazione, confronto e perché no osservazioni.
Formarsi: molti dei partecipanti, forse, non sceglieranno la strada del sindacato, ma, con il Uil Camp, sono diventati consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri. Uil Camp è come una cassetta degli attrezzi che viene fornita in dotazione ai lavoratori. Perché i sindacalisti, prima di essere tali, nelle aziende e negli uffici ci sono stati. In questo modo Uil Camp intercetta tutti quei giovani che entrano nel mondo del lavoro, ignari di tutto. I fatti, gli eventi degli ultimi anni ci raccontano, infatti, di una diffusa illegalità nel mondo del lavoro. Dalla mancanza di contratti a quelli senza un corretto inquadramento; dal mancato versamento di contributi allo sfruttamento a cottimo: il mondo del lavoro è ormai una giungla. Il Uil Camp mette a disposizione di tutti questi giovani, sindacalisti e non, la esperienza i suoi settant’anni di impegno e attività al servizio dei lavoratori e dei pensionati