Un settore del credito pluralista, al servizio del Paese, di supporto reale per le famiglie e per le imprese; capace di stare sul territorio e contribuire al miglior utilizzo delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e alla tutela dell’occupazione. È questo quello che serve al Paese ed è questo quello che noi, come Uilca e come parte della Uil, chiediamo venga posto al centro dei progetti futuri. Se il mondo economico e finanziario saprà funzionare in ottica costruttiva allora anche gli altri potranno avere prospettive positive, dando vita a un circolo virtuoso a favore dell’economia e della buona e nuova occupazione, all’interno di una logica confederale.
Come Uilca abbiamo la responsabilità di seguire settori centrali per la vita e lo sviluppo del Paese e di questa centralità dobbiamo essere consapevoli: si tratta del rilancio del Paese, in un momento storico particolarmente delicato. Viviamo un momento di grande cambiamento anche nel mondo del lavoro: scenari sempre più interconnessi e attraversati da dinamiche in rapida evoluzione. Tutto questo richiede un grande sforzo e una profonda capacità di analisi e gestione dei processi attraverso le relazioni sindacali e gli accordi, che sono basilari per assolvere alla nostra missione di porre sempre al centro le persone e le loro necessità. Le implicazioni che vengono determinate dai nostri settori impattano su tutti gli altri, sull’economia del Paese, sul lavoro, sul futuro delle nuove generazioni.
È sulla base di queste riflessioni che bisogna considerare il tema delle aggregazioni bancarie. Dobbiamo quindi partire dalla domanda di quale sistema del credito ha bisogno il Paese per sostenere il processo di sviluppo e gestire al meglio le risorse del Pnrr, nell’ottica che le banche svolgano in pieno un ruolo sociale e non solo economico. In quest’ottica le aggregazioni bancarie di cui si parla non devono essere una mera sommatoria di aziende, perché si rischia una visione distorta e senza lungimiranza. Sono indispensabili una visione del futuro e progetti industriali concreti di lungo periodo, finalizzati a favorire l’occupazione.
In quest’ambito chiediamo che le operazioni societarie tra le banche, a partire da quella possibile tra Unicredit e Mps, si inseriscano in tale logica prospettica per favorire la costituzione di aziende patrimonialmente solide, in grado di sostenere l’occupazione e il proprio ruolo a supporto di territori, famiglie e imprese. Tutto ciò soprattutto in questo periodo, con la sfida del Pnrr: il mondo delle banche deve attrezzarsi in più poli, in coerenza con il variegato mondo produttivo del Paese, e avere sedi al Sud, nelle provincie, nelle zone più disagiate, così da presidiare quei territori ed essere un partner serio e affidabile. Diversamente, il rischio è che queste zone siano lasciate nelle mani di soggetti non regolati o, addirittura, illegali. E non possiamo permetterci di correre un rischio simile, per il bene di tutti.