domenica 04 Giugno 2023

UN PATTO PER IL FUTURO

Il Molise è una terra che ha tutto: mare laghi fiumi colline montagne ambiente incontaminato, storia cultura tradizioni millenarie, popolazione orgogliosa e determinata che ha abitato il mondo, una qualità del vivere che altrove se la sognano. Ma, da troppo tempo le cose non vanno proprio bene. Al vivere talvolta abbiamo sostituito il sopravvivere, all’esiste dobbiamo quotidianamente affiancare il resiste.

Perché questo? Difficile dirlo: un po’ la marginalità territoriale, un po’ la mancanza di reti e di collegamenti, una economia con alcune, poche, eccellenze e molti soldi pubblici buttati negli anni, i giovani che emigrano e i vecchi che si arrendono, la mancanza di una idea forte di sviluppo che valorizzi le specificità, una classe politica assente sugli scenari nazionali e che si arrabatta nelle beghe locali.

Ma è da qui che dobbiamo partire, in questo “tempo del cambiamento”. Le risorse economiche, che oggi sembra proprio che ci siano, rappresentano una grande opportunità per invertire la rotta e impostare, anche nel piccolo Molise, un futuro di progresso, sviluppo economico, opportunità occupazionali, benessere e coesione sociale, partecipazione, e protagonismo individuale che diventa una strategia collettiva.

Noi come Sindacato, con la Uil al centro, ne stiamo parlando da tempo: serve un “Patto per il futuro” che coinvolga tutti e  concentri le risorse sullo sviluppo sociale sostenibile, che metta da parte gli interessi clientelari e individuali a favore del bene comune, per creare un cluster territoriale che parta dalla formazione delle nuove competenze a sostegno dello sviluppo sostenibile eliminando le diseguaglianze territoriali, partendo innanzitutto dalla necessità primaria di dare opportunità sociali economiche e formative a tutti, oltre che la pianificazione delle grandi reti infrastrutturali con il resto del paese.

Azzardo un’idea: sono state date alle regioni funzioni e compiti che in alcuni casi, e certamente in Molise, richiedono competenze, capacità di governo, logiche di sistema, progettualità, capacità di spesa produttiva, programmata, realizzata, in trasparenza e legalità. Forse è meglio se ci ripensiamo, riportando nelle incombenze dello Stato e nella centralità nazionale tutte quelle competenze che hanno coinvolgimenti sul piano costituzionale globale: dalla sanità al trasporto, dalla mobilità all’ambiente, dalle politiche per la formazione, alla gestione delle dinamiche del mondo del lavoro. Basta disparità territoriali, meno frammentazione territoriale delle competenze e delle responsabilità che sovrapponendosi moltiplicano la burocrazia, per ridurre le diseguaglianze che danneggiato la coesione sociale.

Orgogliosi sì ma non siamo stupidi: se l’autonomia che ci è stata regalata ci ha penalizzato piuttosto che resi protagonisti, se il vero scenario su cui combattiamo è quello europeo o addirittura intercontinentale, delle specificità e dei particolarismi potremmo cominciare ad occuparcene di meno. Ci guadagna, di sicuro, il Molise (quello che esiste e che resiste).