lunedì 25 Settembre 2023

VIGILARE SULLE RISORSE DEL PNRR

È una sfida quella che ci pone il Piano nazionale di resistenza e resilienza, un’occasione straordinaria per il nostro Paese che l’emergenza pandemica ha messo ulteriormente alla prova, davanti a problematiche strutturali che sono annose. Non da meno l’Umbria, evidentemente, che nelle sue dimensioni regionali pur ridotte deve affrontare situazioni che hanno la stessa consistenza del resto del Paese. Potremmo racchiudere in un unico quadro il nostro obiettivo: transizione industriale, tecnologica, energetica, ambientale, tenendo in primo piano il rilancio dell’economia e l’inserimento dei giovani, le politiche attive del lavoro, l’efficientamento della sanità pubblica. Il mondo del lavoro è il nostro focus, ecco perché è fondamentale vincolare e vigilare sulle risorse del Pnrr destinate agli aumenti occupazionali, alla sicurezza, al rispetto dei contratti, alla legalità. La cronaca ci induce a pensare nella direzione della sorveglianza e della verifica su una trasparente attuazione dei progetti legati al Piano e messi a punto nei singoli territori.

Del resto, lo ha sottolineato anche il nostro segretario PierPaolo Bombardieri. E questo ci incentiva ancor più, come organizzazione dei lavoratori, ad essere al loro fianco in questo momento storico per le opportunità che ha l’Italia: spendere i fondi, tutti e bene, in maniera efficace e trasparente, affrontando le criticità dell’Umbria sul versante industriale (penso in particolare al Polo ternano), primo fra tutti quella del lavoro, dei giovani, delle donne, della formazione, delle riforme, delle politiche attive, della scuola e del sostegno alla non autosufficienza. Ma c’è “un’industria”, buona e positiva, di cui l’Umbria non può fare a meno: il turismo e l’ambiente. Le Istituzioni, a partire dalla Regione per arrivare ai Comuni, devono investire su questo comparto, che può alimentare l’occupazione di figure professionali specializzate, perché se dico turismo dico anche arte, cultura, archeologia, itinerari, musei, miglioramento delle infrastrutture, valorizzazione dell’enogastronomia e delle tantissime eccellenze che possiamo vantare.

Puntando decisamente all’innovazione e alla sostenibilità, possiamo superare i divari infrastrutturali, sociali, tecnologici e industriali stabilizzando il precariato e sbloccando le assunzioni. Ecco perché serve l’azione concertata nella governance del Pnrr. Sono d’accordo con il nostro Segretario quando rileva che sulle multinazionali, ad esempio, occorre una scelta decisa per introdurre normative sulla responsabilità sociale e per recuperare risorse importanti da destinare al lavoro e alla sanità. Da decenni l’Italia e l’Umbria assistono inermi al ritorno di un capitalismo senza regole né morale, che precarizza le vite dei nostri giovani, riduce i diritti e alimenta forme inaccettabili di dumping. Come Uil, parte sociale per eccellenza, dobbiamo partecipare al monitoraggio su cronoprogrammi per garantire tempi certi di realizzazione, legalità e trasparenza, buone flessibilità che accelerino i cantieri facendo progredire anche la qualità del lavoro. Questo è il classico treno da non perdere, ma soprattutto ora che praticamente siamo a bordo, dobbiamo fare in modo per la nostra Umbria che si muova al meglio. Gli umbri ce lo chiedono.