domenica 04 Giugno 2023

Creare condizioni di sviluppo per non perdere eccellenze produttive

In Sicilia abbiamo sperimentato che quando le aziende chiudono, recuperare i posti di lavoro è difficile. Se non impossibile. Si è visto con la chiusura della Fiat di Termini Imerese: a distanza di oltre vent’anni non si è riusciti a rilanciare nuove attività produttive e occupazione. Certo, sono stati presentati diversi progetti che si sono rilevati, però, solo operazioni speculative. Speriamo di vedere proposte concrete.

Al contrario, a Gela, alla chiusura della vecchia raffineria è subentrata la realizzazione della bioraffineria che ha permesso di difendere così parte dell’occupazione. Il resto è legato alla realizzazione delle piattaforme Vega e Cassiopea.

Il futuro del Petrolchimico di Priolo nel Siracusano, il più grande d’Europa, è a un bivio. È stata dichiarata l’area di crisi complessa e sono stati presentati progetti per quasi due miliardi di euro, ma se non si realizzeranno velocemente c’è il rischio della fuga degli investitori internazionali a partire da Lukoil. E a fronte di questo assistiamo al totale disimpegno di Eni, il più importante player nazionale.

Adesso servono investimenti per la transizione verso l’economia green altrimenti la raffinazione in quell’area diventerà sempre meno competitiva. Si perderebbero cinquemila lavoratori diretti e quasi il doppio dell’indotto. Siracusa andrebbe al collasso e il danno per l’economia regionale sarebbe enorme. Eppure la Sicilia, con la sua grande area petrolchimica di Siracusa e con la produzione avanzata di pannelli fotovoltaici di 3Sun a Catania potrebbe essere determinante per la transizione verso l’utilizzo dell’idrogeno.

E sempre a Catania nel comparto farmaceutico c’è lo stabilimento Pfizer con 1200 occupati e dal futuro incerto: occorre riconvertire verso nuove produzioni. Con un programma di investimenti mirati e per la sua centralità strategica nell’area mediterranea potrebbe nascere un polo per la produzione dei vaccini, assicurando una presenza concreta nella lotta al Coronavirus.

Ancora da risolvere l’emergenza rifiuti. Ci sono investimenti che potrebbero permettere di cambiare rotta, come ad esempio l’impianto di San Filippo del Mela per la produzione di biometano a partire dai rifiuti. Ma l’Arpa, per dei cavilli burocratici, ha bloccato il mega progetto di riconversione della centrale A2A. Senza riconversione, presto la centrale chiuderà.

E infine Almaviva. La neonata Ita comincia nel peggiore dei modi senza garantire un futuro ai 570 lavoratori di Palermo che da vent’anni gestiscono il servizio clienti per Alitalia. Ita non dovrebbe sfuggire all’applicazione delle clausole sociali previste per legge e dal contratto nazionale. Ma tutt’oggi non ci sono garanzie e riposte concrete.

Le Zone economiche speciali potrebbero essere lo strumento utile per favorire agevolazioni fiscali e regole semplificate per realizzare investimenti. Chiediamo al governo regionale di uscire dall’impasse sulla governance, privilegiando gli interessi dell’economia siciliana e non la guerra di poltrone.

Siamo a un bivio. O si creano condizioni di sviluppo vere o perderemo pezzi importanti della nostra economia. Non possiamo rassegnarci ai soli ammortizzatori sociali, serve buona occupazione.