Si può parlare dell’Italia come un Paese unito, di un’Europa, senza lo sviluppo del Mezzogiorno?
Noi crediamo di no e pensiamo che occorre ripartire dal Mezzogiorno per unire il Paese e per dare un futuro al lavoro con investimenti e interventi sulla strategia delle “5 I”: Innovazione; Industria; Infrastrutture; Inclusione; Istruzione.
Innovazione: intesa come cambiamento tecnologico e digitale della pubblica amministrazione ed un piano di investimenti in ricerca ed innovazione. La riforma della pubblica amministrazione riveste un ruolo strategico e dobbiamo considerare le risorse collocate in questo settore non come una spesa ma come un investimento, una precondizione allo sviluppo. Occorre, poi, intraprendere un’efficacia azione a favore di innovazione e ricerca di prodotto in connessione con una rinnovata Strategia della Specializzazione Intelligente. È, inoltre, stimolare una maggiore collaborazione pubblico-privato e tra le reti di ricerca: enti pubblici, atenei ed imprese.
Industria: è ormai ineludibile per il Sud d’Italia e del suo tessuto produttivo affrontare la sfida dimensionale delle imprese e della loro internazionalizzazione. In tale contesto va riordinato il sistema delle diverse forme di incentivi alle imprese, con l’istituzione di un “fondo unico per gli incentivi agli investimenti e alla ricerca industriale”. Serve un forte ruolo di indirizzo e coordinamento, anche con le politiche di ricerca e innovazione, che può essere efficacemente esercitato attraverso un nuovo modello di governance delle politiche industriali e di sviluppo attraverso una rinnovata Cassa del mezzogiorno 4.0.
Infrastrutture: investimenti pubblici nel settore delle infrastrutture materiali, immateriali e digitali. Il grande “piano di investimenti nelle costruzioni” deve contemplare grandi infrastrutture strategiche e opere piccole e medie nella cosiddetta viabilità secondaria (stradale e ferroviaria). Un piano strategico finalizzato al potenziamento delle cosiddette infrastrutture immateriali e digitali con particolare riguardo al potenziamento dei servizi pubblici alla persona (dalla sanità all’edilizia scolastica, dal servizio idrico ai rifiuti).
Inclusione: intesa come inclusione lavorativa, soprattutto di giovani donne e di inclusione sociale. È dal lavoro, dal lavoro dignitoso e di qualità che si deve ripartire.
Mettere in primo piano la centralità dei servizi erogati dai Comuni al fine di favorire un maggiore equilibrio ed un’efficace conciliazione dei tempi di cura e di lavoro delle persone: incremento del tempo pieno nella scuola primaria e secondaria di primo grado. Il potenziamento degli asili nido, rafforzamento dei servizi mirati all’infanzia e all’adolescenza di gruppi svantaggiati.
Istruzione: rafforzare il sistema dell’istruzione e della formazione. La formazione del capitale umano qualificato è uno dei fattori all’origine della crescita economica. Nel Mezzogiorno occorre investire per innalzare il livello delle competenze e un piano per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica. Va rafforzato il sistema Istituti Tecnici Superiori (ITS), con una grande azione cardine.