domenica 04 Giugno 2023

UN CORRIDOIO TIRRENO-ADRIATICO PER RILANCIARE LE AREE INTERNE

La storia sociale ed economica abruzzese degli ultimi trent’anni è stata caratterizzata da un forte squilibrio tra le aree interne e quelle costiere. Se le prime non hanno mai vissuto una vera fase espansiva, le seconde invece sono state protagoniste di una grande capacità di sviluppo. Tutto questo al netto della crisi economico-finanziaria internazionale del 2008, del terremoto del 2009 che ha devastato l’Aquilano, di quello del centro Italia del 2016 e, infine, dell’attuale crisi pandemica determinata dal covid-19. 

Come Uil Abruzzo, da diversi anni ci siamo chiesti come contribuire a risolvere questo problema strutturale della nostra regione, che si inserisce in quello ancora più grande che investe l’interesse del sistema Paese: il lento ma apparentemente inesorabile abbandono demografico, sociale ed economico dell’Appennino. Fu così che, circa tre anni fa, iniziammo a lavorare su un’idea di sviluppo possibile ed armonico per il nostro Abruzzo, che consentisse alla nostra regione di riallineare le aree interne a quelle adriatico-costiere. 

Dall’incontro con la caparbietà di due tecnici, l’ingegner Antonio Nervegna e il sociologo Euclide Di Pretoro, ha preso forma un modello di sviluppo fondato sulla trasversalità infrastrutturale e intermodale, in grado di unire la mobilità di interessi, di merci, di persone dal Tirreno all’Adriatico, dalla penisola iberica a quella balcanica. In poche parole, ha visto la luce una strategica rivisitazione della storica “via della seta”. Nel dettaglio, l’idea è quella di rendere operativa una nuova rete Ten-t trasversale, che metta a fattor comune i porti di Barcellona in Spagna con Civitavecchia nel Lazio e quello di Ortona in Abruzzo, vera porta verso i Balcani e, quindi, verso i mercati asiatici e del Nord-est Europeo. Questo modello, partorito da un drappello di visionari e oggi patrimonio dell’intero mondo economico e sociale oltre che istituzionale della nostra regione, consentirebbe di aprire le nostre aree interne, con evidenti benefici anche per quelle adriatico-costiere, ad una nuova stagione di interessi tali da invertire positivamente il declino al quale gran parte del nostro territorio sarebbe condannato. 

Il percorso per addivenire a questo storico risultato è ancora lungo e lastricato di enormi difficoltà, ma non senza soddisfazione possiamo dire che una serie di primi risultati li abbiamo già ottenuti. In primo luogo, siamo riusciti a disegnare una perimetrazione della zona economica speciale (zes) di recente istituzione proprio sulla trasversalità ovest-est, favorendo così investimenti dove ci sarebbe più bisogno, vale a dire nelle aree interne interessate al corridoio Tirreno-Adriatico. Inoltre, il passato governo Conte ha inserito la tratta ferroviaria Roma-Pescara tra le grandi opere infrastrutturali di interesse strategico nazionale, e quindi da ammodernare. In terzo luogo, si sta lavorando sulla messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25 che collegano l’Abruzzo al Lazio, mentre è di attualità il dibattito sul ruolo del porto di Ortona quale centro di attrazione industriale e soprattutto commerciale.

In definitiva: dal momento in cui quel drappello di visionari iniziò a ragionare su questo nuovo modello di sviluppo, ad oggi, un po’ di strada è stata fatta. Siamo consapevoli che molta ne rimane da compiere per arrivare all’ambita meta che è il riconoscimento da parte dell’Europa di una nuova linea Ten-t trasversale Tirreno-Adriatica. Proprio per questo, la Uil Abruzzo, anche in un momento così drammatico segnato dalla pandemia, continuerà a lottare affinché questo disegno strategico possa vedere la luce. Lo dobbiamo alla nostra gente, lo dobbiamo ai nostri figli.