È ormai passato più di un anno dall’avvento di questa terribile pandemia. La profonda crisi sanitaria economica e sociale che stiamo vivendo può essere tuttavia un punto di svolta per affrontare e risolvere alcune delle problematiche di cui la Uil e la Uilp si fanno portavoce da ben prima del Covid-19. Può essere un’occasione per risollevare il sistema Italia attraverso un grande Patto per il Paese, che coinvolga tutti gli attori della società civile: Istituzioni nazionali e locali, parti sociali, cittadini, e per realizzare riforme strutturali in campo sanitario, occupazionale e previdenziale, utilizzando tutte le risorse possibili, italiane ed europee.
Innanzitutto, è necessario rilanciare il nostro Servizio sanitario nazionale, per renderlo veramente universale, accessibile, efficiente ed efficace. Va dato un nuovo ruolo alle politiche di tutela della salute, restituendo centralità e risorse alla Sanità pubblica. Bisogna valorizzare tutto il personale sanitario, pubblico e privato, garantendo formazione e retribuzioni adeguate. La precedente stagione liberista, caratterizzata da innumerevoli tagli alla Sanità ha impoverito il sistema a tal punto da renderlo non più in grado di tutelare i cittadini, in particolare le persone più malate e fragili. È ora di cambiare le politiche economiche: a partire da un deciso potenziamento della medicina del territorio, anche inserendo i medici di medicina generale in modo più organico nel Servizio sanitario nazionale. È necessario investire in prevenzione, diagnostica e ricerca. Sono necessarie innovazioni in campo medico e assistenziale, in telemedicina, robotica, protesica e domotica. In questo modo si può migliorare la vita delle persone anziane e si possono creare nuovi buoni posti di lavoro per i giovani.
Serve una profonda riforma delle politiche di residenzialità e domiciliarità delle persone anziane. La strage che si è consumata durante la pandemia all’interno delle residenze sociosanitarie per anziani ha evidenziato le loro carenze: strutture grandi, isolate dal contesto sociale, spesso sovraffollate non sono il luogo adatto per accogliere gli anziani nell’ultimo tratto della vita. Bisogna ridurre al minimo l’istituzionalizzazione e assistere, quando possibile, gli anziani nelle loro case, sviluppando nuove forme di domiciliarità. Non è poi più rimandabile una legge quadro nazionale sulla Non Autosufficienza che assicuri servizi e sostegni uniformi e adeguati in tutto il Paese e che preveda criteri omogenei di riconoscimento della condizione di non autosufficienza e del bisogno assistenziale.
Servono cambiamenti anche nelle politiche del lavoro: è necessario aumentare l’occupazione di qualità innanzitutto di giovani e donne, così da poter anche garantire la sostenibilità del sistema previdenziale. Bisogna inoltre riportare flessibilità nell’uscita dal mondo del lavoro. Il progressivo allungamento della vita ci pone, poi, grandi sfide: servono politiche integrate per un invecchiamento attivo e in buona salute, contrasto all’esclusione digitale, formazione lungo tutto l’arco della vita, nuovi modelli di lavoro dinamici (metà lavoro metà pensione, cambio di mansioni, tutoraggio) che permettano alle persone che lo desiderano di continuare a lavorare in salute e sicurezza.
Su questi temi fondamentali è necessario uno sforzo collettivo di tutte e di tutti. Solo così l’Italia potrà ricominciare a correre.