Sono molto interessanti i dati, dettagliati e analitici, dell’Osservatorio economico sociale della regione Valle d’Aosta in materia di occupazione.
Tra il 2008 ed il 2019 il numero medio degli occupati in Valle d’Aosta si è contratto (-2,6%), a fronte di un aumento delle forze di lavoro pari allo 0,7%. Queste due tendenze, unitamente al rallentamento dell’economia, hanno determinato a fine 2019 un incremento del fenomeno della disoccupazione rispetto al 2008. In particolare, nel 2019 si osservano i seguenti livelli dei principali indicatori del mercato del lavoro: il tasso di attività si incrementa leggermente raggiungendo il 73,2%, il tasso di occupazione passa al 68,4% e, infine, il tasso di disoccupazione decresce al 6,5%.
Sempre nello stesso periodo si deve poi aggiungere che alla crescita del lavoro alle dipendenze fa riscontro un rilevante calo dell’occupazione indipendente (-14,7%).
Una variazione importante del mercato del lavoro regionale è invece certamente data dalla minore capacità di occupazione del settore pubblico. Le politiche di contenimento della spesa pubblica hanno sensibilmente ridotto i fabbisogni occupazionali, diretti ed indiretti, del comparto pubblico. Si ricorda in proposito che tra il 2008 ed il 2011, il complesso dell’occupazione dipendente dell’Amministrazione regionale e degli enti locali della Valle d’Aosta (Comuni e Comunità Montane) si è sensibilmente contratto (-6,9%).
Gli uomini registrano, infatti, un peggioramento per tutti gli indicatori.
A oltre un anno di distanza dall’inizio della pandemia, i dati relativi al secondo trimestre 2020, evidenziano che, nel periodo interessato, le dinamiche del mercato del lavoro risentono, ancor di più nel trimestre precedente, delle notevoli perturbazioni indotte dall’emergenza sanitaria. In Valle d’Aosta nel primo semestre 2020 il numero di persone occupate diminuisce in termini tendenziali, ovvero rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in misura importante trattandosi di una variazione superiore sia di quella nazionale sia di quella della ripartizione di riferimento. Il calo ha interessato sia l’occupazione maschile che quella femminile, ma la prima registra una caduta maggiore della seconda.
Tutti i settori sono interessati dal trend negativo in particolare l’agricoltura registra una riduzione dell’occupazione del -7,7% ed i servizi del -6,6%, con però una contrazione degli occupati del settore commercio, alberghi e ristoranti del -14%, mentre il settore industriale contiene le perdite (-1,9%), con però l’industria in senso stretto che evidenzia una contrazione del -6,1%. Il tasso di occupazione si attesta dunque al 65,6%, in riduzione di oltre quattro punti percentuali, sia rispetto al primo trimestre 2020, sia su base annua. Tuttavia, anche in ragione della caduta tendenziale delle forze di lavoro (-7,1%), il numero delle persone in cerca di occupazione tende a contrarsi (-27,2%); il tasso di disoccupazione si attesta sul 5,5%. Queste tendenze interessano entrambi i generi, ma il calo maggiore si osserva per la componente femminile. Il secondo trimestre 2020 registra dunque, dopo la sostanziale stagnazione del primo trimestre, un marcato peggioramento dell’occupazione dovuto al sopraggiungere dell’epidemia che ha investito il mercato del lavoro.
Malgrado gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti abbiano permesso di sostenere l’occupazione, quanto meno quella dipendente, la sospensione delle attività ha fortemente pregiudicato l’avvio di nuovi rapporti di lavoro. Va in ogni caso ricordato che si stima che nel periodo gennaio-settembre siano state effettuate circa 25.000 assunzioni.