venerdì 09 Giugno 2023

LA RIPRESA TRA PRAGMATISMO, PROGRAMMAZIONE E INVESTIMENTI

Ora o mai più. Dopo anni di costanti lotte e rivendicazioni, spesso cadute nel dimenticatoio o, peggio ancora, ignorate dall’incipiente miopia della classe politica, finalmente si ha l’impressione che l’occasione sia di quelle uniche per riscrivere la storia, ma soprattutto il futuro, del Mezzogiorno e della Puglia, per evadere dallo stato di isolamento dai mercati nazionali ed europei che contano, in cui metà del Paese è precipitato da troppi anni.

L’occasione è rappresentata dall’enorme disponibilità di risorse europee. Risorse che, se impegnate con il criterio e il buonsenso invocati dal sindacato, potrebbero significare non solo l’uscita dal baratro, ma la tanto agognata svolta.

In Puglia, la crisi da emergenza sanitaria si è abbattuta forse in maniera più pesante rispetto ad altre realtà meridionali. La nostra regione, infatti, negli ultimi anni stava vivendo un momento economico relativamente felice, sospinta da alcuni settori trainanti, turismo in testa, che avevano aumentato esponenzialmente l’attrattività del territorio verso nuovi investimenti. Una crescita spezzata dallo tsunami pandemico.

Ecco perché la risposta deve essere efficace, immediata, concreta. Di pragmatismo abbiamo parlato al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in occasione dell’insediamento della cabina di regia regionale, strumento ottenuto, primo nel genere in Italia, grazie alla Uil Puglia e concordato dal governatore con la Confederazione in occasione di un esecutivo regionale alla presenza del segretario nazionale, PierPaolo Bombardieri.

Le nostre proposte sono chiare e hanno tutte un filo conduttore comune, nel merito e nel metodo: la piattaforma UIL nazionale, quindi una programmazione concreta fatta di pochi ma efficaci investimenti, senza cadere nella tentazione di interventi a pioggia.

Bisognerà partire necessariamente dalla sanità. La pandemia ha messo a nudo le carenze del sistema sanitario pugliese, troppo ospedalocentrico e vittima di un deficit di personale pari a circa 15mila unità, tra medici e infermieri, rispetto ad altre regioni con la stessa densità abitativa come, ad esempio, l’Emilia Romagna. Riteniamo, invece, che la medicina territoriale, supportata da un processo di digitalizzazione che comunque dovrà riguardare l’intera pubblica amministrazione, sia il futuro su cui puntare, per coniugare l’assistenza sanitaria con un welfare territoriale di qualità, per razionalizzare i costi e migliorare gli standard qualitativi.

La modernizzazione della Pubblica Amministrazione, processo che include il rafforzamento del sistema scuola, è il secondo punto focale. Ritardi e complicazioni hanno bloccato cantieri di vitale importanza, privato la regione di infrastrutture strategiche, rallentato notevolmente lo sviluppo di intere aree produttive. Si pensi, solo per citare le opere più importanti, alla SS 275, all’alta velocità adriatica, alla lentezza con cui si è agito sugli aeroporti di Grottaglie e Foggia, all’inefficienza delle zone Asi.

A proposito di aree industriali, è di questi giorni la discussione sulla riforma regionale delle zone Asi. Sia chiaro: per noi il rinnovamento è un segnale positivo, anche perché così come sono, le zone Asi assomigliano più a carrozzoni che altro. A patto, però, che tale riforma si inserisca in un contesto più generale di rilancio dell’industria in Puglia, un’industria sostenibile che non ripeta gli errori commessi in altre realtà (citare Ilva e Bosch, sebbene con risvolti diversi fra loro, sarebbe troppo facile), ma si proponga come terreno fertile per nuove opportunità produttive e occupazionali.