domenica 04 Giugno 2023

La forza del sindacato: il rapporto con le persone

A volte, quando si intraprende un cammino, capita di fermarsi, ancora lontani dalla meta e, guardandosi indietro, di rimanere stupiti per la strada percorsa e, proprio in quel misto di stupore e soddisfazione per il percorso già fatto, trovare ancora l’entusiasmo e la determinazione per andare avanti.

Allo stesso modo, pensando ai settant’anni della nostra Uil, restiamo meravigliati per il cammino che tante donne e tanti uomini hanno saputo percorrere, insieme. È grazie a loro che oggi possiamo guardare avanti, immaginando il sindacato di domani.

Siamo immersi in una realtà sempre più segnata dalla velocità dei cambiamenti. La tecnologia è entrata prepotentemente nelle nostre vite; la comunicazione e l’informazione sono immediate: l’economia e gli scambi commerciali viaggiano sul web, collegando posti lontani in tempo reale. Anche il mercato del lavoro corre veloce: digitalizzazione dei processi, Gig economy e Big data stanno rivoluzionando il modo di svolgere le attività esistenti, mentre nascono lavori totalmente nuovi.

Il nostro ambiente naturale è in pericolo. Lo sviluppo sostenibile è ormai una necessità, così come la cura del territorio e la tutela delle risorse naturali, mentre, purtroppo, la globalizzazione ha favorito anche la diffusione della pandemia che ci attanaglia.

Il sindacato deve provare a orientare i mutamenti, ma anche indicare ciò che non deve cambiare. L’attenzione alle persone, la disponibilità al confronto e al dialogo, la voglia di lottare a fianco dei più bisognosi, la convinzione che il benessere individuale vada raggiunto insieme alla soddisfazione dei bisogni collettivi, che la parità di genere non sia una conquista, ma un diritto e che l’evoluzione tecnologica debba andare di pari passo con lo sviluppo dell’occupazione.

Il sindacato dovrà riuscire a stabilire relazioni forti con le lavoratrici e i lavoratori su obiettivi condivisi, a partire dal disegnare una società più giusta ed equa nella quale ognuno possa trovare nel lavoro una fonte di benessere e non di mero sostentamento.

Siamo consapevoli che la strada da percorrere è impervia. Il sindacato, però, ha un asso nella manica: il rapporto con le persone.

E la contrattazione collettiva, in questo senso, è un’arma potente e di importanza straordinaria perché oltre a regolare i rapporti di lavoro, è il luogo di incontro e di sintesi di interessi diversi. Il confronto, la relazione umana, lo scambio di idee sono il motore che la muove.

Per anticipare i cambiamenti della società, con la contrattazione bisognerà, quindi, oltre che normare la vita in azienda, porre le basi per il benessere generale delle persone. Dovremmo quindi insistere per politiche salariali espansive che alimentino il circolo virtuoso tra capacità di spesa, aumento della produzione e incremento dell’occupazione. Ma, allo stesso tempo, bisognerà valorizzare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, la cura dei più piccoli e degli anziani, anche rimodulando l’orario di lavoro. Bisognerà individuare strumenti formativi innovativi utili a far maturare le nuove competenze necessarie e costruire modelli partecipativi più evoluti che incidano anche sulle scelte strategiche e su quelle legate alla sostenibilità ambientale. Infine, sempre nell’ambito dei contratti nazionali, si dovranno definire nuove tutele salariali e normative efficaci per i nuovi lavori.

Noi, la Uil, dobbiamo realizzare tutto questo. Con quel sano ottimismo di chi è consapevole, forte del successo raggiunto in questi settant’anni e della bontà delle nostre idee condivise e sostenute dalle tante persone che rappresentiamo: nulla è impossibile per la Uil.