sabato 02 Dicembre 2023

Innovazione, lavoro, sicurezza al centro del nostro futuro

Nei prossimi anni, il Paese dovrà sempre più scommettere su una crescita economica basata su una maggiore giustizia sociale, qualità, sicurezza ed innovazione, valorizzando il lavoro e lo sviluppo delle imprese sano e sostenibile. È evidente che non c’è più ‘un prima’ a cui tornare, ma piuttosto ‘un poi’ a cui pensare. E a questo ‘poi’ tocca lavorare insieme. La coesione sociale è il fattore determinante per ricostruire un Paese completamente diverso, a partire da tutte quelle riforme strutturali da tempo bloccate, ma che sono essenziali per il nostro futuro.

L’Italia necessita di infrastrutture, opere pubbliche, grandi e piccole, messa in sicurezza del territorio, del patrimonio pubblico e dei centri urbani, ma tutto questo deve passare per un diverso modello in cui il binomio sviluppo/ambiente diventa imprescindibile, così come quello che lega la qualità delle opere alla qualità del lavoro. Best practices in questo senso le ritroviamo già nei protocolli che abbiamo sottoscritto con il Ministero delle Infrastrutture, non ultimo quello per le opere commissariate esteso poi anche alle opere del Recovery Plan, buone pratiche appunto che vanno generalizzate. L’innovazione, la qualità del lavoro, la difesa dei diritti e l’aumento delle tutele, la valorizzazione professionale e sociale dei lavoratori sono obiettivi strategici di un diverso sviluppo e temi centrali della nostra piattaforma rivendicativa per il rinnovo del contratto edile.

Ma sono anche ciò che l’Europa ci chiede e che possiamo realizzare con le enormi risorse del Piano Next Generation EU. Fondamentale però sarà avere chiaro il programma dettagliato di come spenderle perché si traducano in posti di lavoro stabili e sicuri, innanzitutto per i giovani e per le donne. Decisivi per la crescita e l’occupazione, ma anche per la sostenibilità dell’intero sistema economico dell’Unione Europea sono il capitale umano e la competitività delle imprese. In particolare, nel nostro settore la formazione dei lavoratori e l’aggiornamento delle loro competenze non sono più rinviabili, anche alla luce della riconfigurazione del mercato delle costruzioni che necessita di personale sempre più qualificato.

Per l’edilizia occorrerà poi lavorare ad una riforma delle pensioni che favorisca il ricambio generazionale necessario ad un settore in trasformazione come il nostro e che deve puntare al cambiamento investendo nella formazione dei giovani. Mentre, invece, accade sempre più spesso che i lavoratori più anziani siano costretti a continuare a lavorare, non riuscendo ad andare in pensione a causa di politiche penalizzanti e diventando vittime frequenti di incidenti sul lavoro. Si deve agire subito e seriamente in questo senso ed ugualmente lavorare ad una riforma fiscale per ridurre le tasse sul lavoro, aumentando i salari e consentendo una più equa distribuzione dei redditi.

L’altro tema che va posto in cima all’agenda politica è poi ovviamente la sicurezza sul lavoro, una battaglia di civiltà per ogni settore ma che in particolare colpisce il nostro, tra quelli più esposti ai rischi di infortuni e malattie professionali. Da tempo sosteniamo la necessità di rafforzare il sistema dei controlli sui luoghi di lavoro così come l’accertamento delle responsabilità e la certezza della pena per i colpevoli. Più sicurezza, più benessere, più qualificazione professionale e delle imprese, più trasparenza e legalità sono capisaldi su cui costruire l’edilizia del futuro.

Superare il disastro sanitario, economico e sociale che ci ha investito non sarà facile ma occorre ‘portarsi oltre e reinventarsi’. Questo deve essere il nostro mantra, un modo utile per ciascuno di noi di rialzarsi ed affrontare le sfide che ci attendono.