Parlare di avviamento al lavoro oggi, in epoca Covid, pensare cioè all’incontro tra una domanda sempre più elevata e un’offerta sempre più assottigliata per via della crisi, appare uno dei temi più urgenti nel mercato del lavoro. Un tema che le imprese rappresentano al sindacato ormai da molto tempo. Servono quindi delle soluzioni che potremmo definire a breve termine e a medio periodo. Proprio pensando al medio periodo, ritengo che si debba agire sulle riconversioni fra quelle mansioni e professioni che oggi, anche per effetto della pandemia sono in contrazione a favore delle professionalità e dei lavori più richiesti. Da questo punto di vista è chiaro che la tecnologia ci può dare una forte mano. E mi riferisco proprio alla possibilità che non ci siano perimetri geografici limitati.
In questa direzione è palesemente evidentemente che con il lavoro da remoto si possa sfruttare il lavoro a distanza implementando così la possibilità di creare posti. Ma serve, sicuramente, un progetto di politiche attive chiare e concrete che supporti il percorso creato dalla tecnologia, soprattutto da un punto di vista di formazione dedicata.
E proprio il tema della formazione rappresenta il punto di equilibrio nell’annoso tentativo dibilanciare la domanda e l’offerta. Anpal Lombardia, in un recente incontro con le organizzazioni sindacali ha lanciato una proposta in cui monitorare, ma anche costruire un percorso dedicato proprio alla necessità di incontro tra domanda e offerta. Ora, l’istituto di formazione regionale naturalmente coordina un certo numero di centri per l’impiego e numerose società di formazione. Per quanto riguarda i centri per l’impiego, ritengo che sia necessario un forte rilancio perché gli stessi diventino attrattivi in termini di ricezione, ma anche di risposte veloci alle esigenze delle lavoratrici dei lavoratori e dei giovani. Senza dimenticare, poi, che va ancora espressa la potenzialità dei navigator e che c’è la reale necessità di una circolarità di banche dati fra le varie istituzioni perché naturalmente si abbia percezione esatta di quelle che sono le necessità sul territorio.
Credo poi che si debbano utilizzare le trasformazioni nel mondo del lavoro che ci portano a ragionare su sistemi diversi di orari, sul trasporto pubblico locale, sullo smart working o altri modelli di organizzazione del lavoro con uno sguardo all’Europa.
Infine, non dimentichiamo il tema della dispersione scolastica. Abbiamo necessità di ragionare su un fenomeno che coinvolge sempre di più le ragazze e i ragazzi che non finiscono il ciclo di studi.
Anche in Lombardia aumenta il plotone dei cosiddetti Neet cioè dei ragazzi e delle ragazze che non lavorano e non studiano. Un esercito che si sta ingrossando e che porta a delle necessità importanti per garantire un futuro occupazionale a questi giovani. A questo tema si deve pensare attuando una corretta campagna di informazione che conduca a operare le scelte migliori verso quei settori che oggi hanno bisogno di determinate tipologie, di lavoro, di professione, di scolarità. È importante individuare le facoltà scientifiche come prioritarie, ma facendo formazione e sviluppando adeguatamente i livelli scolastici, affinché i ragazzi possano avere un panorama più completo possibile delle esigenze che il mondo del lavoro ci consegna.